Mancano poco più di due mesi all’inizio dell’Expo 2015, che si terrà a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre, e tutto il mondo alberghiero è in fibrillazione. Le stime promettono che Milano sarà tra le destinazioni più cercate dell’anno a livello globale e si attendono addirittura venti milioni di visitatori.
Per questo non c’è tempo da perdere: se il vostro hotel ruota intorno all’Expo 2015 è il momento di lanciare una strategia di web marketing come si deve per sfruttare al massimo l’ondata di flussi turistici prevista.
Schizzano le ricerche su Milano di Italiani e Francesi
Per documentare l’effetto che l’Expo 2015 sta avendo su Milano e la Lombardia, l’Osservatorio Trivago ha presentato alla BIT gli ultimi risultati di una ricerca dedicata.
Le proiezioni evidenziano già una forte crescita delle richieste relative alla zona.
“L’esplosione delle ricerche su Milano sta iniziando a farsi sentire, – ha dichiarato Giulia Eremita, Marketing Manager di Trivago Italia – Quello che notiamo già dai primi giorni del nuovo anno, è la forte presenza del mercato francese che ha incrementato il proprio interesse verso Milano di ben il 184%.”
Confrontando le ricerche su Milano da maggio ad ottobre rispetto all’anno precedente, finora si è registrato un incremento dell’attrattività rispetto alle altre città italiane pari al 44%, tanto che si ipotizza già che Milano possa essere, insieme a Roma e Venezia, tra le destinazioni più cercate al mondo per il 2015.
La ricaduta dell’evento non sembra riguardare soltanto Milano. Se prendiamo in esame la prima settimana dell’Expo (1-8 maggio 2015), l’occupazione alberghiera è già del 45% a Milano, ma anche Rozzano registra una disponibilità solo del 25%, Lodi del 50% e Sesto San Giovanni del 55%. Un’occupazione destinata sicuramente a salire.
Tra i turisti interessati a Milano i più numerosi sono gli Italiani, con un incremento delle ricerche del 51%.
Dall’estero invece si impennano le ricerche dei Francesi, in aumento del 184%, e con più moderazione quelle dei Belgi (+57%) e degli Inglesi (+29%). Crescono, anche se in modo meno marcato, le ricerche di Spagnoli (+12%) e di Olandesi (+8%).
Mancano all’appello i Tedeschi, che pur essendo uno dei mercati più importanti per Trivago, sembrano indugiare rispetto agli altri, forse spaventati dalle tariffe degli hotel nei primi giorni dell’Expo.
Le tariffe rilevate per la prima settimana sono già altissime, con un +40% rispetto all’ultima settimana di aprile e un vero e proprio raddoppio rispetto al 2014 (il prezzo medio della camera doppia è a 266 €).
Una strategia marketing in 10 punti per sfruttare Expo 2015
Che siate a Milano, in Lombardia o in un’altra delle maggiori destinazioni italiane, l’Expo 2015 promette di dare al turismo italiano una bella occasione per brillare. ù
Per non farsi cogliere impreparati dovete predisporre una strategia marketing di tutto punto, come quella che vi suggeriamo:
1 – Preparate il sito ufficiale
Dedicate una pagina o una sezione del sito a Expo 2015, meglio se dinamica, perché possiate aggiornarla volta per volta quando c’è una novità interessante. Date ai potenziali ospiti tutte le informazioni di cui hanno bisogno: orari, biglietteria, numeri di telefono, come raggiungere la location dal vostro hotel, altre informazioni e curiosità. La ricchezza di contenuti freschi vi aiuterà sia con gli utenti, che vi percepiranno come un hotel affidabile e attento, sia sui motori di ricerca. Se il vostro sito è solo in Italiano o in Inglese, questa potrebbe essere l’occasione per valutare una versione in altre lingue, magari in francese e in tedesco.
2 – Create più offerte a seconda del target
Expo 2015 non accoglierà solo turisti e viaggiatori, ma anche operatori e professionisti. Pensate ad un’offerta speciale dedicata per entrambi i target, includendo nel pacchetto dei benefit differenziati a seconda delle esigenze: per esempio quotidiano in camera ed early breakfast per chi è in viaggio di lavoro; late check-out e transfer gratuito per chi viene in vacanza.
3 – Differenziatevi dalla massa e fate parlare di voi
Pensate ad un’offerta davvero originale, che vi differenzi da tutti i concorrenti, magari ispirandovi al tema di Expo 2015, ovvero “Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita”. In fondo Cibo e Turismo sono da sempre un connubio perfetto – a cui in questa occasione si aggiunge la sostenibilità, uno dei temi caldi del turismo di oggi – e sicuramente non avrete difficoltà a inventarvi un’offerta che comprenda questi elementi.
Spingetevi oltre alle solite degustazioni o alle cene a tema, magari con una colazione ad hoc di stampo “equosolidale” o con un corso di cucina ideato in partnership con dei professionisti per imparare a cucinare senza sprechi. Se invece volete puntare sulla sostenibilità, questo è il momento perfetto per ripensare i vostri servizi in maniera ecosostenibile, magari varando un nuovo piano per ridurre l’impatto dell’hotel sul pianeta. Oppure pensate a un’offerta “benefica” in partnership con associazioni e onlus che si occupano di sfamare i più poveri della terra, in pieno stile Marketing 3.0.
Più creativi riuscirete ad essere più farete parlare di voi: questo è il modo migliore per ottenere visibilità e guadagnarvi link “naturali” su siti di turismo, di informazione e sui social.
4 – Lanciate un contest e mettete in palio i biglietti per l’Expo 2015
Se volete guadagnare visibilità, potete anche lanciare un concorso online, magari sfruttando i canali social. Create un hashtag ufficiale, mettete in palio i biglietti, scegliete le modalità di partecipazione (creazione di post, di foto oppure di video) e il gioco è fatto. Ovvimente dopo avere pianificato il contest, è fondamentale promuoverlo al massimo delle vostre possibilità, anche a pagamento. Se di concorsi siete a digiuno potete utilizzare il nostro Tutorial per concorsi su Instagram.
5 – Fate promozione con il PPC di Adwords, su rete di ricerca e rete display
Se avete predisposto una sezione del sito e un’offerta per l’Expo 2015 potete lanciare una campagna Adwords creando annunci ad hoc che mettano in luce i benefit della vostra offerta. Oltre alla rete di ricerca potreste provare anche a lanciare una campagna display, chiedendo al vostro partner web di creare dei banner belli ed accattivanti che mettano in evidenza il brand EXPO2015. Va da sé che è fondamentale fare campagne separate per ogni paese a cui siete interessati, con annunci e landing page in lingua.
6 – Sfruttate Facebook
La pagina Facebook di Expo 2015 conta oltre 997.000 fan. Segno che chi è interessato all’evento frequenta il social network. Per intercettare questi utenti create delle campagne a pagamento su Facebook, selezionando un target che abbia Expo tra gli interessi. Anche in questo caso potete prevedere di fare campagne in lingue diverse rivolte a Paesi diversi.
7- Lanciate una newsletter dedicata
Una volta creata la vostra offerta fatelo subito sapere ai vostri clienti fidelizzati. Inviate una newsletter tematizzata chiedendo aiuto alla vostra web agency. Se avete predisposto più di una offerta (per coppie, per famiglie, per viaggi di lavoro), filtrate la vostra mailing list e inviate a ciascuno il contenuto più adatto, perché questo vi aiuterà a ottenere migliori tassi di apertura e di conversione.
8- Raccogliente materiali di prima mano e tematizzate i canali sociali
Approfittate dell’evento per creare contenuti tematizzati per la vostra pagina Facebook, Twitter, Pinterest o Instagram. Per ottenere migliori risultati visitate l’Expo con il vostro staff e raccogliete scatti, diverteneti e interessanti, documenti di approfondimento, partecipante ad eventi di cui poi raccontare sui vostri canali. Oltre a questo, visto che parliamo di cibo e di nutrimento per il pianeta potete anche sbizzarrirvi dando ricette (attingete al sito ufficiale Expo Worldrecipies), consigli culinari, curiosità legate alla sostenibilità e via dicendo. In questo modo avrete maggiori possibilità di essere ricondivisi e di legare il vostro brand all’evento.
9- Create contenuti gratuiti in tema con EXPO
Fare content marketing in tema con l’Expo 2015 non potrebbe essere più facile. Una volta visitato l’Expo, potete rinuire i materiali raccolti dal vivo e distriburli in contenuti di qualità (articoli, guide, consigli). Anche in questo caso però potete creare PDF con le migliori ricette della regione o con i consigli su dove mangiare vicino al vostro hotel. Fate una guida o un contenuto che possa interessare i vostri potenziali clienti e regalatelo gratuitamente a chi prenota dal vostro sito ufficiale o vi segue sui social.
10 – Attenzione al Revenue Management
Questo è uno dei classici eventi in cui si tende a mirare in alto, sparando fin da subito tariffe elevate. Ricordate però che se partite da tariffe troppo alte rischiate di dover riabbassarle più tardi se le prenotazioni non entrano. Seguite invece le regole base del Revenue, per cui è indispensabile partire dal basso per correggere gradualmente le tariffe al rialzo.
Expo 2015: mini-guida per sfruttare al massimo l’ondata di visitatori in arrivo
27 febbraio 2015 leggi l’articolo completo...Mancano poco più di due mesi all’inizio dell’Expo 2015, che si terrà a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre, e tutto il mondo alberghiero è in fibrillazione. Le stime promettono che Milano sarà tra le destinazioni più cercate dell’anno a livello globale e si attendono addirittura venti milioni di visitatori.
Per questo non c’è tempo da perdere: se il vostro hotel ruota intorno all’Expo 2015 è il momento di lanciare una strategia di web marketing come si deve per sfruttare al massimo l’ondata di flussi turistici prevista.
Schizzano le ricerche su Milano di Italiani e Francesi
Per documentare l’effetto che l’Expo 2015 sta avendo su Milano e la Lombardia, l’Osservatorio Trivago ha presentato alla BIT gli ultimi risultati di una ricerca dedicata.
Le proiezioni evidenziano già una forte crescita delle richieste relative alla zona.
“L’esplosione delle ricerche su Milano sta iniziando a farsi sentire, – ha dichiarato Giulia Eremita, Marketing Manager di Trivago Italia – Quello che notiamo già dai primi giorni del nuovo anno, è la forte presenza del mercato francese che ha incrementato il proprio interesse verso Milano di ben il 184%.”
Confrontando le ricerche su Milano da maggio ad ottobre rispetto all’anno precedente, finora si è registrato un incremento dell’attrattività rispetto alle altre città italiane pari al 44%, tanto che si ipotizza già che Milano possa essere, insieme a Roma e Venezia, tra le destinazioni più cercate al mondo per il 2015.
La ricaduta dell’evento non sembra riguardare soltanto Milano. Se prendiamo in esame la prima settimana dell’Expo (1-8 maggio 2015), l’occupazione alberghiera è già del 45% a Milano, ma anche Rozzano registra una disponibilità solo del 25%, Lodi del 50% e Sesto San Giovanni del 55%. Un’occupazione destinata sicuramente a salire.
Tra i turisti interessati a Milano i più numerosi sono gli Italiani, con un incremento delle ricerche del 51%.
Dall’estero invece si impennano le ricerche dei Francesi, in aumento del 184%, e con più moderazione quelle dei Belgi (+57%) e degli Inglesi (+29%). Crescono, anche se in modo meno marcato, le ricerche di Spagnoli (+12%) e di Olandesi (+8%).
Mancano all’appello i Tedeschi, che pur essendo uno dei mercati più importanti per Trivago, sembrano indugiare rispetto agli altri, forse spaventati dalle tariffe degli hotel nei primi giorni dell’Expo.
Le tariffe rilevate per la prima settimana sono già altissime, con un +40% rispetto all’ultima settimana di aprile e un vero e proprio raddoppio rispetto al 2014 (il prezzo medio della camera doppia è a 266 €).
Una strategia marketing in 10 punti per sfruttare Expo 2015
Che siate a Milano, in Lombardia o in un’altra delle maggiori destinazioni italiane, l’Expo 2015 promette di dare al turismo italiano una bella occasione per brillare. ù
Per non farsi cogliere impreparati dovete predisporre una strategia marketing di tutto punto, come quella che vi suggeriamo:
1 – Preparate il sito ufficiale
Dedicate una pagina o una sezione del sito a Expo 2015, meglio se dinamica, perché possiate aggiornarla volta per volta quando c’è una novità interessante. Date ai potenziali ospiti tutte le informazioni di cui hanno bisogno: orari, biglietteria, numeri di telefono, come raggiungere la location dal vostro hotel, altre informazioni e curiosità. La ricchezza di contenuti freschi vi aiuterà sia con gli utenti, che vi percepiranno come un hotel affidabile e attento, sia sui motori di ricerca. Se il vostro sito è solo in Italiano o in Inglese, questa potrebbe essere l’occasione per valutare una versione in altre lingue, magari in francese e in tedesco.
2 – Create più offerte a seconda del target
Expo 2015 non accoglierà solo turisti e viaggiatori, ma anche operatori e professionisti. Pensate ad un’offerta speciale dedicata per entrambi i target, includendo nel pacchetto dei benefit differenziati a seconda delle esigenze: per esempio quotidiano in camera ed early breakfast per chi è in viaggio di lavoro; late check-out e transfer gratuito per chi viene in vacanza.
3 – Differenziatevi dalla massa e fate parlare di voi
Pensate ad un’offerta davvero originale, che vi differenzi da tutti i concorrenti, magari ispirandovi al tema di Expo 2015, ovvero “Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita”. In fondo Cibo e Turismo sono da sempre un connubio perfetto – a cui in questa occasione si aggiunge la sostenibilità, uno dei temi caldi del turismo di oggi – e sicuramente non avrete difficoltà a inventarvi un’offerta che comprenda questi elementi.
Spingetevi oltre alle solite degustazioni o alle cene a tema, magari con una colazione ad hoc di stampo “equosolidale” o con un corso di cucina ideato in partnership con dei professionisti per imparare a cucinare senza sprechi. Se invece volete puntare sulla sostenibilità, questo è il momento perfetto per ripensare i vostri servizi in maniera ecosostenibile, magari varando un nuovo piano per ridurre l’impatto dell’hotel sul pianeta. Oppure pensate a un’offerta “benefica” in partnership con associazioni e onlus che si occupano di sfamare i più poveri della terra, in pieno stile Marketing 3.0.
Più creativi riuscirete ad essere più farete parlare di voi: questo è il modo migliore per ottenere visibilità e guadagnarvi link “naturali” su siti di turismo, di informazione e sui social.
4 – Lanciate un contest e mettete in palio i biglietti per l’Expo 2015
Se volete guadagnare visibilità, potete anche lanciare un concorso online, magari sfruttando i canali social. Create un hashtag ufficiale, mettete in palio i biglietti, scegliete le modalità di partecipazione (creazione di post, di foto oppure di video) e il gioco è fatto. Ovvimente dopo avere pianificato il contest, è fondamentale promuoverlo al massimo delle vostre possibilità, anche a pagamento. Se di concorsi siete a digiuno potete utilizzare il nostro Tutorial per concorsi su Instagram.
5 – Fate promozione con il PPC di Adwords, su rete di ricerca e rete display
Se avete predisposto una sezione del sito e un’offerta per l’Expo 2015 potete lanciare una campagna Adwords creando annunci ad hoc che mettano in luce i benefit della vostra offerta. Oltre alla rete di ricerca potreste provare anche a lanciare una campagna display, chiedendo al vostro partner web di creare dei banner belli ed accattivanti che mettano in evidenza il brand EXPO2015. Va da sé che è fondamentale fare campagne separate per ogni paese a cui siete interessati, con annunci e landing page in lingua.
6 – Sfruttate Facebook
La pagina Facebook di Expo 2015 conta oltre 997.000 fan. Segno che chi è interessato all’evento frequenta il social network. Per intercettare questi utenti create delle campagne a pagamento su Facebook, selezionando un target che abbia Expo tra gli interessi. Anche in questo caso potete prevedere di fare campagne in lingue diverse rivolte a Paesi diversi.
7- Lanciate una newsletter dedicata
Una volta creata la vostra offerta fatelo subito sapere ai vostri clienti fidelizzati. Inviate una newsletter tematizzata chiedendo aiuto alla vostra web agency. Se avete predisposto più di una offerta (per coppie, per famiglie, per viaggi di lavoro), filtrate la vostra mailing list e inviate a ciascuno il contenuto più adatto, perché questo vi aiuterà a ottenere migliori tassi di apertura e di conversione.
8- Raccogliente materiali di prima mano e tematizzate i canali sociali
Approfittate dell’evento per creare contenuti tematizzati per la vostra pagina Facebook, Twitter, Pinterest o Instagram. Per ottenere migliori risultati visitate l’Expo con il vostro staff e raccogliete scatti, diverteneti e interessanti, documenti di approfondimento, partecipante ad eventi di cui poi raccontare sui vostri canali. Oltre a questo, visto che parliamo di cibo e di nutrimento per il pianeta potete anche sbizzarrirvi dando ricette (attingete al sito ufficiale Expo Worldrecipies), consigli culinari, curiosità legate alla sostenibilità e via dicendo. In questo modo avrete maggiori possibilità di essere ricondivisi e di legare il vostro brand all’evento.
9- Create contenuti gratuiti in tema con EXPO
Fare content marketing in tema con l’Expo 2015 non potrebbe essere più facile. Una volta visitato l’Expo, potete rinuire i materiali raccolti dal vivo e distriburli in contenuti di qualità (articoli, guide, consigli). Anche in questo caso però potete creare PDF con le migliori ricette della regione o con i consigli su dove mangiare vicino al vostro hotel. Fate una guida o un contenuto che possa interessare i vostri potenziali clienti e regalatelo gratuitamente a chi prenota dal vostro sito ufficiale o vi segue sui social.
10 – Attenzione al Revenue Management
Questo è uno dei classici eventi in cui si tende a mirare in alto, sparando fin da subito tariffe elevate. Ricordate però che se partite da tariffe troppo alte rischiate di dover riabbassarle più tardi se le prenotazioni non entrano. Seguite invece le regole base del Revenue, per cui è indispensabile partire dal basso per correggere gradualmente le tariffe al rialzo.
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L'Hotel e Pintrest
L’Hotel e l’Arte dei Pin: 5 consigli per guadagnare visibilità su Pinterest
16 settembre 2014
.Facile usare Pinterest vero? Creo qualche bacheca, carico le migliori foto dell’hotel… ma come scegliere le migliori foto?
Per aiutare le aziende che utilizzano Pinterest a guadagnare visibilità e clienti, il social network ha condotto uno studio che lascia emergere quali sono i contenuti più efficaci da condividere.
Pinterest non ha svelato i risultati dell’analisi condotta ma ha inviato agli iscritti della newsletter Pinterest for Business una mini-guida di best practice dal titolo “The Art of the Pin”, che risulta molto utile anche agli hotel che hanno deciso di investire su questo canale sociale.
1 – Pensate Mobile-friendly
Avete mai pensato che la maggior parte degli utenti che utilizza social network, ad esempio Pinterest o Facebook, lo fa da mobile? Ecco perché Pinterest consiglia di:
Usare soprattutto foto verticali: le foto verticali hanno maggior appeal se visualizzate sugli smartphone
Essere concisi: descrizioni e note devono essere ridotti al minimo per essere leggibili anche su telefonino.
Se volete essere sicuri che la vostra strategia sia mobile-friendly, collegatevi al vostro account con lo smartphone e verificate l’effetto che fanno i vostri pin.
2 – Evitate i collage
Capita di trovare immagini con due o più foto al loro interno. Ma se questo tipo di collage funziona molto bene per i pin che parlano di ricette o di altri contenuti didattici, non sono indicati per una struttura ricettiva.
Troppe immagini insieme infatti rischiano di fare confusione, sostiene Pinterest (come nel caso di seguito):
Meglio condividere le foto singolarmente.
3 – Non dimenticate la descrizione e il link al sito dell’hotel
Capita spesso di vedere strutture ricettive che condividono immagini senza contestualizzarle, senza inserire alcuna descrizione. Meglio invece inserire sempre una breve introduzione: “Le migliori descrizioni sono positive e aiutano gli utenti a immaginare che cosa potrebbero fare con il Pin, oltre a dare qualche informazione aggiuntiva.”
Dunque inserite sempre una descrizione, meglio se in inglese, per raggiungere tutti i vostri contatti. E non dimenticate di aggiungere sempre il link alla relativa pagina del vostro sito. Se infatti l’utente volesse maggiori informazioni su di voi, senza link non avrebbe modo di proseguire il percorso.
4 – Non vi concentrate sulle Offerte Speciali
Le offerte passano, il vostro hotel no. Ecco perché Pinterest suggerisce di “evitare descrizioni che si riferiscano a informazioni promozionali limitate nel tempo.” Per lanciare qualche pin legato ad offerte speciali, meglio farlo se si tratta di offerte prolungate nel tempo, mentre è sconsigliabile creare apposite board solo con offerte speciali, magari corredate con link che puntano a pagine che presto o tardi verranno spente.
5 – Aggiungete più informazioni con i Rich Pin
I Rich Pin sono pin speciali a cui si possono aggiungere informazioni specifiche sull’attività: ne esistono diversi tipi, tra cui quelli di luogo (i Place Pins). Questi pin includono una mappa, l’indirizzo e il numero di telefono dell’attività e sono particolarmente indicati per gli hotel.
I Place Pins si creano in automatica quando pubblicate una bacheca con la mappa, come abbiamo visto nell’articolo Pinterest lancia i Place Pins.
Per fare però in modo che la localizzazione sia inserita automaticamente su tutti i pin traendo le informazioni dal vostro sito ufficiale (come hanno fatto Airbnb, Hotels.com, Jetsetter, Booking.com e molti altri) è necessario richiedere al vostro partner web di implementare dei meta-tag sul sito ufficiale dell’hotel, come indicato nella guida ufficiale.
Una volta inseriti i dati sul sito, dovrete visitare la pagina del Rich Pins Validator, dove chiederete a Pinterest di verificare che il sito sia idoneo per avere accesso ai Rich Pin.
Se a prima vista può sembrarvi complicato, ricordate che sono molti gli utenti che navigano su Pinterest anche per trovare idee di viaggio e condividere i vostri contatti può essere un buon modo per farvi raggiungere dai potenziali clienti.
Hotel revenue Management le Novità
Hotel Revenue Management: ciao RevPAR, benvenuto ProPAR
18 settembre 2014
leggi l’articolo completo...Il RevPAR (revenue per available room) è da sempre considerato uno dei più importanti indicatori di riferimento – se non il più importante – per stabile l’efficacia o meno delle strategie di revenue management applicate in hotel.
Ma di recente i revenue manager hanno iniziato a mettere in dubbio che il RevPAR sia l’unità di misura più giusta per farlo. Perché i tempi sono cambiati, i costi di acquisizione del cliente sono lievitati e c’è bisogno di nuove metriche.
I costi di acquisizione sono aumentati di oltre il 20%
Un nuovo studio statunitense pubblicato alla fine di agosto dalla Hospitality Asset Managers Association (“HAMA”) dal titolo “The Rising Costs of Customer Acquisition” – frutto dell’analisi di oltre cento strutture di alto livello in USA e Canada – mette nero su bianco che dal 2009 al 2012 le revenue per camera sono aumentate del 23% (circa il 7% all’anno). Ma anche il costo di acquisizione per cliente è cresciuto quasi velocemente quanto le revenue, appena sotto il 23%.
In particolare sarebbero i costi esterni ad essere notevolmente aumentati rispetto alla crescita delle revenue: sia le spese sostenute dal brand per fare marketing, promozione a pagamento, loyalty programs, ecc., sia quelle sostenute per pagare le commissioni degli intermediari.
Il RevPAR una metrica inadeguata?
Il problema, sostengono in molti, è che il RevPAR non tiene conto dei costi di acquisizione crescenti e dunque non sarebbe più sufficiente per valutare la reale efficacia di una strategia tariffaria.
Scott Dahl, vice presidente della sezione tecnologia alla Hersha Hospitality Management – intervistato su Hotels Mag – sostiene: “È una specie di scherzo il fatto che i nostri report trattino una camera venduta direttamente a un cliente e una venduta attraverso un intermediario con un 20% di margine, entrambe allo stesso prezzo, come se avessero lo stesso valore.”
All’ultima Revenue Optimization Conference tenuta da HSMAI, molti sono stati i revenue manager a discutere di questo argomento. “C’è stata una mancanza di consapevolezza nell’osservare più da vicino i costi – in modo aggregato e per canale – e nel riconoscere che il tasso con cui stanno crescendo questi costi è insostenibile,” ha dichiarato Brian Berry, che si occupa di RM per la Host Hotels and Resorts di Bethesda nel Maryland.
Ecco perché i revenue manager sono a caccia di nuove metriche che definiscano in modo più chiaro e preciso i profitti al netto dei costi di acquisizione.
Tripadvisor lancia Q&A
TripAdvisor lancia Q&A: il cliente chiede, l’hotel risponde
20 giugno 2014
.Oltre a rispondere alle recensioni degli utenti, presto potrete dialogare online con i clienti interessati al vostro hotel direttamente su TripAdvisor.
Il Gufo infatti sta testando su un gruppo di strutture statunitensi la nuova feature Questions & Answers (Q&A): il cliente fa una domanda, l’albergatore risponde, il tutto online alla luce del sole. Una bella occasione per gli hotel, se sapranno sfruttarla.
A quanto pare anche TripAdvisor segue il trend che abbiamo già intercettato qualche settimana fa nell’articolo Hotel Q&A: come diventare il primo punto di riferimento per i viaggiatori. Nel turismo le piattaforme Domande – Risposte stanno riscuotendo sempre più successo, come ha dimostra Trippy, e TripAdvisor ne vuole approfittare.
Presto dunque, accanto alle recensioni, alle foto e alle informazioni della struttura, ci sarà per ogni pagina un mini-forum dove le persone potranno chiedere informazioni direttamente agli hotel.
Posso acquistare i biglietti per il museo in hotel? Quanto costa il minibar? Che orari fa la piscina? Tutto quello che non si trova immediatamente specificato sulla pagina TA dell’hotel, lo si potrà chiedere in una sorta di forum pubblico, a cui potranno partecipare anche gli altri utenti, come spiegato nella pagina ufficiale di presentazione di TripAdvisor.
Se desiderate vedere un esempio online, guardate la pagina del Library Hotel di NY. Peccato che, per adesso, il modulo sia poco visibile, perchè collocato proprio in fondo alla pagina e per vederlo è necessario scrollare parecchio.
Quando un utente fa una domanda, il proprietario dell’hotel riceve una email e può rispondere subito. La risposta dell’albergatore sarà subito visibile in alto, al di sopra delle altre risposte. Si può rispondere anche più di una volta nel caso si volesse specificare qualcosa di nuovo o un cambiamento occorso di recente.
eCommerse Turismo i dati in Italia crescono
Cresce del 13% rispetto al 2012 il venduto online del Turismo in Italia, che mantiene saldamente la quota più ampia del mercato nazionale eCommerce con il 43% delle vendite. Ma i numeri restano inferiori rispetto agli altri Paesi europei e i protagonisti di questa scalata all’eCommerce nel campo dei viaggi sono per lo più stranieri.
Non sorprende la crescita delle vendite da mobile, che non conosce crisi e ha registrato una vera esplosione.
Previsioni cautamente ottimiste
Poco più di un mese fa, Eric Schmidt, presidente di Google, in una lettera a La Repubblica, descriveva un paese in crisi, incapace di “trovare una via” per internet, per commercializzarsi e farsi conoscere all’estero (potete leggere al lettera integrale sull’articolo Brand Italia e Tecnologia: la penisola resta indietro… meno male che c’è Google).
Ma oggi la dodicesima edizione dell’Osservatorio eCommerce B2C di Netcomm e School of Management del Politecnico di Milano racconta un’altra storia: quella di un’Italia che lentamente si sta svegliando e sta cercando di investire e trarre vantaggio proprio dalla commercializzazione online.
Lo studio parla di una crescita sostanziale registrata nel 2013:
Aumento del 18% delle vendite da siti italiani verso utenti italiani e stranieri (valore: 11,3 miliardi di euro)
Aumento del 15% degli acquisti degli utenti italiani da siti italiani o stranieri (valore: 12,6 miliardi)
Aumento del 20% dei Web Shopper – un utente italiano su due ha acquistato su Internet almeno una volta negli ultimi 3 mesi
Il Mobile cresce a velocità record
Tra i motivi che hanno favorito la crescita delle vendite eCommerce in Italia, c’è senz’altro il boom degli strumenti mobile e tablet.
Nel 2013 solo il transato da smartphone ha superato il mezzo miliardo, di cui 350 milioni di crescita pura che costituiscono il 20% della crescita annua dell’eCommerce B2c in Italia. Tramite tablet, le vendite raggiungono addirittura il miliardo.
Ancora indietro rispetto all’Europa
Nonostante questi segnali molto positivi – i tassi di crescita sono in linea con il resto d’Europa – e la nascita di nuovi player nella vendita online, l’Italia resta comunque indietro rispetto ai maggiori competitor europei, dove il valore assoluto dell’eCommerce B2c è molto più alto rispetto al nostro, che è di 11,3 miliardi come detto sopra:
Regno Unito: 66 miliardi di euro
Germania: 40 miliardi
Francia: 26 miliardi
Anche il livello di penetrazione dell’eCommerce B2c in Italia raggiunge appena il 3%, mentre in Gran Bretagna è del 14%, in Germania dell’8%, in Francia del 6%, in Spagna 4,5% ca.
Nel Turismo solo player stranieri
Una caratteristica particolare dell’eCommerce B2c del mercato Italiano è che, rispetto ai vicini europei, qui si vendono online soprattutto servizi più che prodotti: da noi i servizi conquistano il 61% delle vendite (turismo 43%, assicurazioni 10%, altri servizi 8%). Nella maggior parte dei Paesi europei invece, i prodotti in media coprono una fetta del 65-80% del mercato.
Tra i servizi ovviamente, spopola il Turismo, sebbene la sua crescita sia rallentata rispetto ad altri settori, come si vede chiaramente da questo grafico:
Del transato online turistico un quarto viene da servizi di Ospitalità: su 5 miliardi conteggiati nel 2013, il 75% proviene dalla vendita dei biglietti di trasporti (aerei e treni), il 25% dalla prenotazione di hotel.
Le Dot Com del Turismo rappresentano da sempre, come sostiene lo stesso Osservatorio, lo zoccolo duro dell’eCommerce in Italia, ma a trarne i vantaggi sono soprattutto player stranieri, se escludiamo le aziende come Italo, Alitalia e Trenitalia.
L’Osservatorio cita tra i Top player del Turismo in Italia:
eDreams (Spagna)
Expedia (USA)
Venere (appartenente a Expedia)
Lastminute.com (appartiene alla statunitense Travelocity, a sua volta parte di Priceline)
Volagratis (appartenente a BravoFly, italiano ma presto espatriato in Svizzera e Spagna)
Moltissimo spendono gli italiani su siti travel stranieri, in particolare per i voli lowcost, affidandosi a Easyjet e RyanAir: l’import qui vale 3,44 miliardi di euro, una crescita del 13% rispetto allo scorso anno.
Ma molti sono anche gli stranieri che comprano sui siti travel italiani: su circa 2 miliardi di euro (in crescita del 28% rispetto al 2012), il 55% è transato sul travel, con in testa Alitalia, Trenitalia e Italo.
Lo scontrino medio di un acquisto online nel turismo è di 280 €.
Come superare il Gap con gli altri Paesi Europei?
Interrogato sulla possibilità di un miglioramento, Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c, ha rilasciato dichiarazioni molto decise. Secondo la sua opinione sarà fondamentale:
1. “L’integrazione dell’esperienza di acquisto con una soluzione mobile in ottica multicanale”:
La presenza mobile è una conditio sine qua non dalla quale ormai non si può più prescindere. Secondo Perego, gli operatori che hanno attivato una piattaforma multicanale, che affianca al classico sito la versione mobile e l’integrazione dei social, ha ottenuto “benefici importanti in termini di fatturato aggiuntivo”. Di fatto “aumenta la spesa del cliente già acquisito”, che ha più possibilità di accedere al servizio, e si acquisiscono nuovi clienti grazie alla maggior diffusione geografica e a orari di apertura 24 ore su 24.
2. “Saranno sempre più determinanti nel trainare l’eCommerce quei modelli di business volti a fornire al cliente un vantaggio economico” – non solo couponing, flash sales e outlet online, ma anche nuovi modelli di business fondati sullo share, come Airbnb.
Per conto nostro sicuramente non crediamo in un modello di vendita che punti tutto l’anno sullo sconto, sulla svendita e sui lastminute. Difatti abbiamo quasi sempre sconsigliato agli hotel di intraprendere vendite con siti come Groupon. Crediamo molto invece sull’investimento sul sito ufficiale e mobile e sul dare l’opportunità al cliente di usufruire dei nostri servizi su qualunque strumento adoperi.
Resta invece l’amaro in bocca per la constatazione che, mentre nei settori come l’abbigliamento o l’alimentare il Made in Italy ha un ruolo centrale, nel Turismo, che pure ricopre tanta parte dell’eCommerce italiano e nasconde ancora grandi potenzialità, nessun brand italiano è stato fino ad oggi in grado di emergere e attrarre capitali importanti (se non Venere che poi è stato acquisito), che continuano invece a riempire solo le tasche dei grandi player stranieri.
Facebook la pubblicità che sfida Adwords
L’utilizzo di Facebook ha raggiunto tra la popolazione dimensioni massive senza precedenti: secondo le stime di Facebook, ogni giorno 17 milioni di persone si connettono al social network solo dall’Italia, circa il 73% degli utenti internet del Bel Paese.
Se l’hotel deve stare dove sono i suoi utenti, possibile oggi evitare Facebook? All’SMX Milano abbiamo chiesto a Pietro Sansone, professionista di social advertising, se e quanto valga la pena essere su Facebook per l’hotel di oggi, ma soprattutto se investire negli ads porti dei reali vantaggi rispetto alle già collaudate campagne su Google Adwords.
Dati inequivocabili: su Facebook ci sono tutti i vostri clienti
Come abbiamo riportato anche nello scorso articolo 15 Top Takeaways dall’SMX Milano 2013, Facebook è oramai il social network e passatempo preferito per gran parte degli Italiani online e non solo.
Nel panel Customer Acquisition Through Social Media & Social Data, tenuto tra gli altri anche da Sansone, emerge uno scenario in cui ben oltre la metà degli Italiani dedicano ogni giorno a Facebook una buona fetta di tempo. Un quarto del tempo mensile su Internet, sarebbe di fatto passato su Facebook.
Tanto per darci il senso della quantità di attività su Facebook degli Italiani, in un mese:
Ci sono 24 milioni di utenti attivi
Impennata di accessi mobile e tablet: da 10 a 16 milioni mensili tra dicembre e agosto
Caricate circa 270 milioni di foto (un trend sempre in crescita)
Effettuati oltre 100 milioni di update di status
Scritti circa 900 milioni di commenti
(passa col mouse sulla slide per ingrandirla)
E questi sono solo i dati relativi all’Italia: pensiamo all’utilizzo massiccio che se ne fa in USA o nel resto dell’Europa Occidentale.
Perché gli Ads di Facebook sono efficaci?
Preferenze, gusti sessuali, credo religiosi, interessi, hobby, simpatie e schieramenti politici sono resi noti al “Grande Fratello dei social network” direttamente da noi.
Ogni volta che accettiamo le condizioni di utilizzo di applicazioni e giochi, ogni volta che utilizziamo il Search Graph o il Facebook Connect, regaliamo volontariamente valanghe di dati personali a Facebook, che a sua volta le sfrutta deliberatamente per dare agli inserzionisti banche dati sempre più ricche e profilate.
Basti sapere che per ogni singolo utente Facebook raccoglie almeno 80 categorie di dati personali.
Accordi.........Recensioni sempre più garanzie Tripadvisor American Express
Per aumentare la credibilità delle sue recensioni, TripAdvisor sigla un nuovo accordo con Amex: da oggi i sui utenti potranno collegare al proprio profilo il numero dell’American Express.
Ogni recensione scritta da chi acquista e prenota con la carta, sarà così accompagnata da un’icona “Amex Card Member Review”, che garantirà l’esistenza effettiva dell’autore.
Un accordo che sembra fare bene a tutti
Per gli utenti di TripAdvisor e possessori di Amex che aderiscono all’iniziativa sono previsti diversi incentivi: potranno verificare quando un’opinione viene scritta da un altro possessore della carta e approfittare di una serie di sconti e offerte immediatamente fruibili se acquistati con la carta direttamente da TripAdvisor. In più questi utenti avranno accesso a un esclusivo American Express Spend Graph, una mappatura di dati aggregati e anonimi relativi a quanto e dove i membri pagano con la loro carta, in modo da visualizzare trend e hotspot in ambito ristoranti, travel e divertimenti per ogni destinazione.
Questo il marchio visibile a coloro che si loggeranno come utenti Amex:
Per quanto riguarda Amex, si tratta di un nuovo modo per fidelizzare i suoi affiliati e incentivare l’uso dell’American Express, oltre a dare forte visibilità al marchio. In realtà non è la prima volta che Amex stringe “accordi 2.0” di questo tipo: di recente ha stipulato un accordo con Twitter che permette ai suoi affiliati di acquistare utilizzando hashtag su certi circuiti, come Amazon, Xbox e SONY. Di seguito un’offerta riservata ai clienti su TripAdvisor:
TripAdvisor: solo questione di valore aggiunto?
Per TripAdvisor, dice Severine Philardeau, vice-presidente del settore partnership, “l’obiettivo non è autenticare le recensioni, ma piuttosto aggiungere valore al contenuto del sito sottolineando le opinioni di reviewer esperti. TripAdvisor offre così tanti contenuti che è importante poter unire il giudizio della gente con approfondimenti personalizzati e rilevanti.”
Ma che ci sia un ritorno dal punto di vista della credibilità del brand non c’è dubbio. Il quotidiano canadese The Globe and Mail riporta un’interessante dichiarazione di Michael Luca, professore all’Harvard Business School che si è specializzato proprio in recensioni fraudolenti online: “Offrire recensioni autenticate è ormai un fattore cruciale nei mercati online. Essere capaci di verificare anche solo una piccola porzione delle recensioni darà un’enorme credibilità ai contenuti.”
E qui non si tratta proprio di noccioline, dal momento che i possessori di Amex nel mondo sono 90 milioni e che, secondo le statistiche, questi viaggiano 3 volte in più rispetto al resto dell’intera popolazione, come riferisce la rappresentate di Amex Leslie Berland. Per adesso gli utenti che potranno accedere sono solo gli Americani, gli Australiani e gli Inglesi, ma non si esclude che presto l’iniziativa sia estesa agli altri Paesi.
A noi sembra che questo sia proprio un altro tassello che si allinea perfettamente con la scelta del Gufo di integrare prima i badge in base al numero di recensioni, e poi il collegamento con i profili Facebook. Un modo per dire che le recensioni rimarranno anonime… ma un po’ meno di prima.
Arrivano i Cinesi
Arrivano i Cinesi
Le interazioni sociali sono una perfetta cartina tornasole per sapere quello che vogliono e che cercano i viaggiatori di oggi: se vuoi capire i tuoi potenziali clienti, attivati sui social e ascolta le conversazioni.
Questo è esattamente quello che hanno fatto GroupM China, che si occupa di media investment management, e CIC, azienda specializzata nell’analisi dei social media, che per capire le preferenze dei viaggiatori hanno condotto un approfondito studio sui principali siti di viaggio e social network della Cina.
I risultati raccolti nel “2013 White Paper on Travellers – The Rise of Social Travel”, sono frutto dell’analisi di circa 30 milioni di contenuti su siti travel e circa 1.5 milioni di tweet su Weibo (il maggior social network cinese), relativi a circa 11.500 viaggiatori.
“Le revenue da turismo in Cina dovrebbero raggiungere i 2,9 miliardi di yuan entro il 2013 e sono aumentate del 120% negli ultimi cinque anni. La rapida crescita ha reso il travel un importante indicatore dello stile di vita e come tale, è diventato uno dei topic più caldi sui principali social media,” leggiamo sul sito di CIC . Un mercato ghiottissimo, come abbiamo già spiegato nell’intervista sulla Cina al Prof. Dall’Ara dello scorso maggio.
Cinque categorie di viaggiatori individuate: che cosa cercano e di cosa parlano
Sono cinque le categorie di viaggiatori attivi sui social media individuate dalla ricerca: viaggiatori business, viaggiatori automuniti, turisti che acquistano pacchetti di viaggio, luxury shoppers e backpackers, ovvero chi viaggia zaino in spalla.
Nello schema di seguito le cinque categorie sono collocate in base al budget che sono disposte a spendere e al tempo che solitamente passano in viaggio.
Per ogni categoria di viaggiatore si sono analizzate le conversazioni e ne sono stati tratti insights di sicuro interesse per ogni albergatore. Ovviamente i viaggiatori che per adesso riguardano maggiormente l’Italia sono i Package Travellers, chi si sposta per lavoro o per fare shopping di lusso. Vediamo in dettaglio i comportamenti sociali di questi viaggiatori.
BUSINESS TRAVELLERS:
Sono i più pragmatici. Nelle loro conversazioni le tematiche più diffuse sono quelle relative a: programmi fedeltà, informazioni locali, cibo e bevande e location degli hotel.
La maggior parte delle loro conversazioni online in termini di soggiorno riguarda soprattutto catene e brand economici, come Holiday Inn, Ramada Hotels e Ibis. Più raramente Sheraton, Crowne Plaza e Hilton. Segno che questo tipo di viaggiatore è sensibile al prezzo e valuta maggiormente la location rispetto al livello dei servizi.
Viaggiano di frequente e sono tra i maggiori contributor ai siti di recensioni online per quanto riguarda hotel e compagnie aeree.
PACKAGE TRAVELLERS:
Focalizzano l’attenzione sui servizi: agenzie di viaggio, biglietti per le attrazioni, guide turistiche, servizi tutto in uno, travel bus e spese aggiuntive
Si tratta ovviamente di turisti che non hanno esperienza nel viaggiare e che non fanno piani dettagliati
I siti di viaggio più utilizzati da questa categoria sono Ctrip, Tuniu.com, Uzai e Qunar.
Si preoccupano soprattutto dei costi, della sicurezza e di poter viaggiare comodamente con tutta la famiglia
Qui vediamo quali destinazioni generano più buzz tra i package travellers: come vedete nella lista compare anche l’Italia, appena prima di Francia e Singapore. Come spiega lo studio: “La spinta più forte per questo tipo di viaggiatori riguarda le limitazioni imposte dai Paesi per ottenere il visto turistico”, una questione che sarà nei prossimi anni determinante per capire quale ruolo avrà l’Italia nel turismo cinese.
City Destination Portals: l’America sceglie Booking.com
9 ottobre 2013
leggi l’articolo completo...Sono due le città americane che nelle ultime settimane hanno scelto Booking.com come piattaforma di prenotazione hotel dei loro rispettivi portali di destinazione.
Si tratta di New York City e San Francisco, che grazie alla partnership con la OTA sperano di incrementare le prenotazioni alberghiere e offrire un miglior servizio ai viaggiatori.
Booking.com, che da solo detiene il 47% delle quote di mercato europee, nel 2013 si conferma il portale di prenotazione turistica più amato del vecchio continente. Non gli restava che dare l’assalto all’America, e lo sta facendo in grande stile.
A partire dal 26 settembre è divenuto il booking engine di prenotazione del portale ufficiale della città di New York per quanto riguarda gli hotel. Stessa cosa vale il sito della città di San Francisco SanFrancisco.travel, con cui ha sancito un accorso il 2 ottobre.
Come riporta il comunicato ufficiale diffuso da NYC, Booking.com è oggi il “booking engine esclusivo” del sito ufficiale del Turismo della Città di New York www.nycgo.com per quanto riguarda tutta l’offerta ricettiva, implementato per “sostenere un incremento delle prenotazioni in periodi chiave esclusivamente per le strutture affiliate.”
Vantaggi per entrambe le parti, ma per gli albergatori?
Anche se a una prima occhiata la mossa delle due città americane può sembrare negativa per gli hotel sempre più in cerca di disintermediazione, dal punto di vista del DMO ha le sue ragioni.
Scegliere una OTA, e in particolare Booking.com, ha significato dare maggior spinta alla capacità di vendita:
Avere a disposizione un database di hotel e di tariffe sempre aggiornato in modo automatico
Poter offrire un servizio clienti 24/7 in ben 41 lingue
Poter offrire un modello di prenotazione “paga dopo aver prenotato”, più comodo per l’utente ma anche per l’organizzazione
Corredare le schede degli hotel di recensioni fresche e certificate, un fattore fondamentale perché l’utente non sia tentato di abbandonare il sito.
Insomma, il modo ideale per completare al meglio l’offerta di informazioni e approfondimenti dei due destination portal.
La partnership però porterà notevoli vantaggi anche a Booking.com:
Incremento delle vendite e quote del mercato in due delle maggiori destinazioni americane: New York è la prima destinazione turistica americana. “Il turismo in città continua a crescere, per la fine dell’anno ci si aspetta di raggiungere la soglia di 53 milioni di visitatori e il settore degli hotel continua a vivere una crescita record,” ha detto George Fertitta, CEO di NYC & Company. Dunque New York è un mercato ghiottissimo per la OTA, che promette ritorni record. Stessa cosa vale sicuramente per San Francisco, il cui sito registra già 400.000 visitatori al mese.
Diffusione del brand: in USA il mercato, rispetto all’Europa, presenta un numero molto più alto di OTA con una competizione altissima. Nel 2012 Expedia, sebbene in calo dal 2011, ancora deteneva il primato delle visualizzazioni di pagina con il 31,6% (comSccore, Febbraio 2013). Dopo la massiccia campagna di advertising in TV (ricordate il buffo spot Booking.yeah?), la partnership con il portale di New York potrebbe far emergere una maggior familiarità tra gli utenti americani e Booking.com, favorendo così la penetrazione del brand a livello nazionale.
Creare un modello che, se di successo, sarà replicabile: questa è la prima volta che Booking.com viene utilizzato in modo esclusivo sul sito ufficiale di una destinazione. Expedia ha fatto la stessa cosa sul portale VisitLondon.com, il sito ufficiale della capitale inglese. Se l’esperimento avesse successo, è probabile che altre destinazioni americane facciano la stessa scelta.
L’Italia e i portali turistici: difficile immaginare una partnership con un’OTA
Anche in Italia si potrebbe pensare a portali di destinazione che implementino la piattaforma di prenotazione offerta da un’OTA?
Prima di porci questa domanda sarà fondamentale realizzare finalmente portali di destinazione (regionali, ma soprattutto almeno uno nazionale) in grado di chiamarsi tali. Prima di tutto un destination portal deve infatti fornire informazioni, approfondimenti, news. E in molti casi i tentativi italiani sono stati fallimentari come abbiamo visto in precedenza.
Solo recentemente abbiamo visto esempi nostrani riusciti, almeno per quanto concerne la completezza, la freschezza dei contenuti e la dimensione “sociale”. Mi riferisco in particolare a VisitTrentino e a Intoscana.it.
Prima di pensare alle prenotazioni alberghiere dunque, c’è da pensare alla dimensione totale del Destination Portal: credo che tutti concordiamo sul fatto che il Portale Italia.it non sarebbe stato il fallimento che è stato se, pur senza piattaforma di prenotazione, avesse almeno assolto in modo ottimale alla sua funzione informativa.
Difficile comunque immaginare un’OTA come fornitore per un destination portal italiano, dal momento che le nostre sono soprattutto piccole strutture, molte delle quali, per problemi di dimensioni o di location, non vengono accettate da portali come Booking.com. Dunque una simile situazione creerebbe una situazione di forte disparità, inaccettabile per un portale di destinazione ufficiale. Voi come vedreste una scelta di questo genere?
Marketing Turistico Estero
In un mercato turistico dove il viaggiatore italiano è sempre più colpito dalla crisi e sempre meno disposto a spendere, per molti hotel della Penisola l’unica salvezza restano i turisti stranieri.
Sono tanti gli albergatori che ci chiedono consigli per poter raggiungere nuovi mercati, come la Russia, il Sudamerica e la Cina, ma anche per aumentare la visibilità e farsi trovare da Europei e Statunitensi, da sempre tra i maggiori estimatori del Belpaese. Esistono delle best practice per gli hotel da seguire? Noi vi indichiamo l’ABC per penetrare con efficacia nei mercati esteri e guadagnarvi la vostra fetta di visibilità.
1 – La Traduzione del sito: sembra uno scherzo da ragazzi e invece…
Scegliere in quali lingue tradurre il sito ufficiale dell’hotel è uno degli aspetti più importanti e delicati della vostra strategia di promozione online. Eppure accade spesso che l’hotel consideri le lingue aggiuntive come inutili orpelli oppure, al contrario, che voglia tradurre in dieci lingue l’hotel senza valutare i reali ritorni dell’investimento.
Analizzate dunque in modo oculato in quali lingue vi convenga far tradurre il sito: da una parte sarà utile guardare lo storico delle prenotazioni e verificare con precisione le percentuali di provenienza dei vostri ospiti negli ultimi anni. Dall’altra, questa può essere l’occasione per guadagnare nuova visibilità dove prima non ne avevate.
Come scoprire dove possono nascondersi nuovi turisti interessati a voi? Un utile strumento di valutazione per identificare business qualificato a cui rivolgervi è il Global Market Finder di Google. Inserite la location del vostro hotel, le parole chiave più inerenti, e potrete identificare in quali Paesi si concentra l’interesse per la vostra destinazione.
Facciamo un esempio: mettiamo che possediate un hotel in Maremma e che stiate valutando di investire in una versione russa. In questo caso, come vedete dai risultati di seguito, ancora il traffico dalla Russia non sembra giustificare un investimento, mentre sarebbe più opportuno concentrarsi sull’ottimizzazione e la promozione in tedesco e in italiano.
Hotel PPC: perché vale sempre la pena investire sul brand name
Quale albergatore non si è chiesto almeno una volta nella vita: “Perché dovrei fare PPC sul mio brand name se tanto per quella parola sono in prima posizione sui risultati organici?”
La domanda è lecita e non siete gli unici ad esservela fatta: di recente il Nielsen Norman Group ha riportato uno studio condotto da eBay secondo il quale interrompere una campagna PPC branded non costituirebbe alcun cambiamento nell’andamento delle vendite. Ma questo può valere anche per un hotel?
Il test condotto dal team di eBay, aveva l’intento di dimostrare che cosa sarebbe accaduto spegnendo gli annunci “branded”, cioè contenenti la parole eBay: “L’analisi mostra che solo lo 0,5% dei click che ci si aspettavano da ricerche brandizzate su Bing è andato perduto, mentre su Google si è perso il 3% delle visite. In entrambi i casi, la vasta maggioranza di quegli utenti che avrebbero cliccato sull’annuncio sarebbe arrivata comunque su eBay tramite altri mezzi, di solito cliccando sui risultati organici.”
Meglio allora stoppare tutte le vostre campagne PPC branded per l’hotel?
Assolutamente no: ormai è chiaro, come sosteniamo da anni, che non puntare sul brand name del vostro hotel è un grave errore che non potete permettervi. Dunque, anche se avete modo di leggere studi che sostengono il contrario, non lasciatevi confondere le idee, perché il settore dell’Hospitality è tutto un mondo a parte.
Attenzione alla concorrenza
Possibile un paragone tra un hotel ed eBay? Certamente no: innanzi tutto eBay è un intermediario e non un produttore di servizi come l’hotel. In secondo luogo il suo è un marchio forte che non teme concorrenza.
Non ci sono servizi analoghi che acquistino la keyword “eBay”. Per l’hotel invece la concorrenza c’è eccome, ed è agguerrita.
Se le OTA come Booking o Expedia investono budget massicci proprio sui brand di centinaia di migliaia di hotel incluso il vostro, è chiaro che questo costituisce per loro una fonte centrale di guadagno.
L’utente non legge
Quante volte l’utente clicca alla cieca sul risultato dei motori più in alto, a pagamento o meno?
È dagli albori di internet che lo diciamo: sul web la gente non legge, ma “skim and scan” ovvero “screma e scorre” velocemente e superficialmente.
È vero, se per il vostro brand name già vi posizionate in prima posizione sui risultati organici, potrebbe sembrarvi di sprecare i vostri soldi, ma l’esperienza ci ha dimostrato che non sempre l’utente ha l’accortezza di cliccare sul risultato giusto delle SERP.
Di recente Michelle Santos, global head del SEM presso Wimdu (sito simile a Airbnb), ha affermato in una intervista rilasciata a EyeForTravel, che studi di eyetracking dimostrano che la visibilità “above the fold”, cioè nella parte più alta dei risultati, è vitale: “Più l’utente vede il vostro nome, più si inspira fiducia. La visibilità del brand è un componente cruciale per riuscire a raggiungere il target nelle SERP.”
Da parte nostra possiamo testimoniare che nella maggior parte dei casi, interrompendo campagne PPC brandizzate, le vendite contestualmente sono diminuite a favore di altri intermediari, specie quando il brand ancora non è forte, non è conosciuto e non ha una reputazione sufficientemente positiva da spingere l’utente sul sito ufficiale.
I risultati di ricerca non sono più quelli di una volta
Il Google Hotel Finder, le Mappe, i site link e chi più ne ha più ne metta: con motori di ricerca come il Google di oggi, tra il primo risultato in testa alle ricerche e il primo risultato organico c’è un oceano di altri link e altri siti che allontano sempre più da voi il cliente.
L’ultima possibilità di convincere l’utente a prenotare direttamente
Spesso si dimentica che gli annunci PPC legati a una ricerca branded sono probabilmente l’ultima possibilità che avete per “agganciare” gli utenti che vi stanno cercando.
Ecco che allora l’annuncio branded diventa l’ultima carta da giocare per attirare l’attenzione del viaggiatore e fargli conoscere i vantaggi della prenotazione diretta. L’esperienza mi ha insegnato che niente è più efficace di un semplicissimo annuncio in cui si comunica che:
Quello in questione è il solo sito ufficiale
Che offrite la miglior tariffa garantita
Oppure uno sconto esclusivo disponibile solo per voi
Non utilizzare un annuncio brandizzato equivale a sparire dalla parte visibile dei risultati e a mettere al corrente il cliente che sul vostro sito offrite condizioni migliori rispetto alle OTA.
Hotel Management: come aumentare i profitti eliminando le spese superflue
Buon Lavoro da www.pugliaresort.com
Si riparte con l'informazione
20 settembre 2013
Secondo i dati di STR Global, l’industria alberghiera statunitense starebbe recuperando terreno sia sul fronte dell’ADR che dell’occupazione, raggiungendo i livelli pre-crisi. Lo stesso non si può dire dell’Italia, dove nonostante leggeri segni di miglioramento, secondo le più recenti statistiche occupazione e tariffe medie sono sempre in calo o in stallo un po’ dovunque.
Detto questo, i costi crescenti nell’ospitalità restano una preoccupazione per tutti. Ecco perché vale la pena dare un’occhiata al white-paper pubblicato da HSMAI dal titolo “Nove modi per recuperare revenue sui guadagni”.
“I costi crescenti sono il maggior impedimento per far crescere i guadagni in molte proprietà nel Paese” sostiene Stuart-Hill, autore del documento, che offre alcuni spunti per recuperare fino all’ultima goccia di utile evitando accuratamente spese superflue. Alcuni forse troppo teorici, altri forse troppo scontati, noi ve ne riportiamo 7 decisamente degni di nota.
1. Focalizzate l’attenzione sulle performance future a tutti i livelli
Ogni revenue manager che si rispetti, si sa, per stabilire le tariffe deve guardarsi indietro per vedere ciò che è stato e allo stesso guardare in avanti a ciò che ci si aspetta. Ma non è detto che la struttura abbia un revenue manager, o non è detto che il revenue manager condivida le sue prospettive con tutto il resto del team.
“Permettere al front office, a chi si occupa delle camere, al ristorante e agli altri manager della struttura di sapere ciò che si prevede accadrà nel lungo termine, aiuterà tutti ad allineare le dotazioni, le risorse umane e i servizi a disposizione in base ai diversi livelli della domanda. È vitale che a tutti i responsabili dell’hotel venga insegnato come leggere i previsionali e soprattutto, il loro significato e le loro implicazioni. I forecast senza contesto sono inutili e non contribuiscono ai guadagni.”
2. Fate tesoro del vostro personale
La soddisfazione del cliente e la brand reputation dell’hotel hanno un forte impatto sulle tariffe. Per questo dovete fare di tutto per puntare all’eccellenza del servizio.
Guardate i collaboratori come risorse preziose, non come semplici dipendenti.
“Passare da una comunicazione gerarchica a una relazionale è fondamentale per offrire un servizio stellare e sfruttare le grandi idee che possono venire in mente ai vostri collaboratori. Chiedete a loro come risparmiare sui costi, generare maggiori revenue, migliorare il servizio, risolvere problemi di sicurezza. Sfidateli per trovare delle possibilità poco costose per risolvere un problema con il cliente. Stabilite insieme metodi per affrontare le emergenze in modo silenzioso ed efficiente, per non spendere una fortuna e allo stesso tempo migliorare il sentiment sui social media.”
3. Ottimizzate la segmentazione di mercato
Trovate i vostri clienti più proficui e puntate dritti a loro. Analizzate i vostri risultati e le azioni di marketing per capire da dove vengono i maggiori introiti e incentivare quegli ospiti a tornare e a spendere. Di recente ho seguito una campagna PPC che ha messo in evidenza come il target tedesco spendesse in media a prenotazione molto di più di uno italiano. Ovvio che ci siamo adoperati per investire di più in quel mercato.
“Capire il comportamento dei clienti in termini di finestra di prenotazione, preferenza del canale, propensione alla spesa, fidelizzazione, frequenza e durata del soggiorno, è molto importante. Durante i periodi di alta domanda, dovrete attrarre e fidelizzare i vostri clienti più proficui e nei periodi di minor occupazione, creare offerte dedicate per farli tornare.”
4. Ottimizzare lo staff in base alla domanda
Tenere lo staff al minimo anche nei periodi di alta occupazione o in date calde, può aiutarvi a ridurre le spese, ma solo in apparenza. Il servizio scadente vi costerà in termini di clienti insoddisfatti e di reputazione.
5. Rivalutate il vostro inventario e i vostri servizi
Imparate ad assegnare il giusto valore ad ogni servizio in base alla sensibilità al prezzo dimostrata dal cliente. Formate il front desk per fare upselling piuttosto che upgrading. Mettetevi nei panni dei vostri clienti e imparate a pensare se e quanto siano disposti a spendere per un buon servizio aggiuntivo oppure per una camera di livello superiore.
“La differenza di prezzo tra una tipologia di camera e un’altra dovrebbe essere diversa a seconda della domanda: minore nei periodi di bassa occupazione e maggiore nei periodi di alta. Imparare a capire il livello di motivazione dietro alla scelta di camera dei vostri clienti può portare revenue aggiuntive non preventivate..”
6. Capite davvero il ROI di ogni attività marketing
Questo è un tasto che abbiamo toccato già molte volte: imparate a fare un bilancio annuale delle attività che hanno funzionato o meno, imparate a leggere la web analytics del vostro sito e capire se e come spostare investimenti da un canale ad un altro.
“Guardate con occhi nuovi alla vostra strategia e prendete voi stessi coscienza di ciò che funziona, che non funziona e del vostro miglior ROI: è una grande sfida.”
7. Migliorate l’esperienza di viaggio del cliente generando nuovi profitti
Questo è decisamente un punto interessante: fate in modo di destare curiosità e stimolare all’acquisto aggiuntivo in ogni momento del processo di pianificazione del viaggio e su ogni canale. Avete mai pensato di poter fare (velatamente) upselling mentre rispondete a una recensione su TripAdvisor o postate un commento sulla pagina Facebook?
“Se gran parte delle attività per generare revenue si fonda sul veicolare maggiori prenotazioni, ottenere il massimo dalla domanda esistente è uno sforzo che vale la pena mettere in campo.”
I Viaggiatori del Futuro??
“I viaggiatori Millennial saranno la più grossa fetta dei nostri clienti nei prossimi 20 anni”, ha dichiarato Janis Milham, global brand manager della Marriott durante l’ultima conferenza rivolta ai general manager della catena.
Più noti anche come Generation Y, i Millennial sono quella generazione di nati dagli anni ’80 in poi che costituiranno gran parte dei turisti nei prossimi anni. Ma che cosa li contraddistingue? Quali sono i loro gusti? Capire i Millennial significa essere pronti ad accogliere al meglio i viaggiatori di domani.
“Questo gruppo di persone sta sorpassando i 76 milioni di Baby Boomers con la sua popolazione da 79 milioni – dice un recente studio della HVS, azienda di consulenza alberghiera – ed entro il 2030 lo scarto tra i due gruppi sarà ancora maggiore, salendo a 78 milioni vs. 58 milioni.”
Sempre attaccati al telefonino e al tablet, amanti delle esperienze autentiche e fuori dall’ordinario, la HVS traccia un accurato profilo di questi nuovi viaggiatori rivelando i loro gusti prevalenti e il loro modo di viaggiare.
1 – Sempre Connessi
Ventenni già assidui viaggiatori, i Millennial hanno Internet nel sangue e sono dunque particolarmente attratti da tutto ciò che è tecnologico. Sempre a caccia di una connessione, il wi-fi free per loro è una necessità imprescindibile e irrinunciabile. Sono la generazione del qui e ora, della gratificazione immediata, che preferisce il check-in automatico piuttosto che l’incontro con il front desk e che si affida alle Mappe di Google e ai social network geolocalizzati per ricevere informazioni sulla location, piuttosto che al concierge.
2- Sociali dentro e fuori
I Millennial sono i più grandi produttori di contenuti sociali (user generated content), presidiano ogni tipo di social network e soprattutto parlano e condividono. “Se non è sulla mia bacheca Facebook non è accaduto veramente” sembrano pensare. Di fatto, Twitter, Facebook e Instagram, fanno parte integrante della loro vita e dei loro viaggi. Fare fotografie e video da condividere in tempo reale è una moda che non passerà e che senz’altro deve guidare le scelte dell’hotel verso un futuro in cui non ci sarà più posto per strutture che non abbiano un’anima sociale.
La fame di informazioni in tempo reale si riflette anche nella tendenza da parte di questi viaggiatori ad utilizzare i social network come mezzi per scovare eventi o manifestazioni interessanti a cui partecipare nel “qui e ora”.Pare che una delle ultime tendenze in fatto di Millennial sia la cosiddetta FOMO (Fear of Missing Out), ovvero il timore di perdersi qualcosa di divertente o “cool”.
La tendenza al sociale e alla condivisione riguarda non solo la vita online ma anche quella offline, per questo preferiscono frequentare hotel moderni dotati di aree dove poter allo steso tempo lavorare, chattare e prendere un drink ma anche fare amicizia e conversare. Secondo Skift, sito dedicato al travel internazionale, Marriott sta già operando in questo senso, adattando le lobby degli hotel alle esigenze dei più giovani e rendendole moderni “hub” sociali dove fermarsi a navigare e a prendere un caffè con gli amici.
3 – Recensioni di nicchia
Prima di prendere una decisine o fare un acquisto, un Millennial consulta in media almeno 10.2 siti. Tra tutti spiccano i siti di recensioni, in primis TripAdvisor e Yelp, che loro stessi arricchiscono con le proprie opinioni, ma non manca l’attenzione a blog o siti di nicchia rivolti a recensire con accuratezza il mondo della moda, dei viaggi e della cucina, con un target solitamente medio alto.
4 – Un diverso stile di prenotazione
In gran parte nativi digitali, i Millennial organizzano i loro viaggi approfittando al massimo delle nuove tecnologie. Prenotano on-the-go, da mobile o da tablet, e la loro finestra di prenotazione sarebbe in media di 75 giorni rispetto a quella di 93 giorni oggi maggiormente diffusa.
Nonostante i tempi ridotti, i Millennial non si fanno mancare comparazioni e analisi delle recensioni: si sentono a loro agio scavalcando le OTA e appoggiandosi a comparatori come Kayak, ma non disdegnano anche i last minute di qualità offerti da siti come Jetsetter.
5 – A caccia del terzo spazio
Come già detto, i Millennial più vecchi che viaggiano per lavoro amano spazi comuni dove poter operare in relax, i cosiddetti “third spaces” (spazi diversi da quello di casa e quello di lavoro). Un esempio in voga oggi sono i coffee shop statunitensi, dove si lavora ad un tavolo con altri sconosciuti sorseggiando tranquillamente il proprio caffè. Secondo un sondaggio, il 36% dei Millennial preferirebbe lavorare nella lobby dell’hotel rispetto a un 17% della vecchia generazione.
6 – Back to basics ma fuori dall’ordinario
I Millennial non sono poi così esigenti in fatto di servizi tradizionali: quello a cui tengono di più sono un letto pulito, una doccia calda e una buona connessione wi-fi. Ma in generale il fattore che li convince a prenotare un hotel piuttosto che un altro è la particolarità e l’unicità di una struttura. L’hotel fa parte dell’esperienza di viaggio e per essere degno di diventare il soggetto di foto e video da ricondividere, deve avere un “certo non so che” che lo contraddistingua. In linea con questa tendenza, spopolano i Pod Hotels: stanze piccole, ottimo design e servizi super tecnologici.
7 – Esperienze di viaggio autentiche
Evitare pacchetti preconfezionati è un imperativo per il Millennial. Viaggiatore esigente in fatto di esperienze di viaggio, si aspetta di avere la possibilità di integrarsi con la popolazione locale, conoscere gli usi e i costumi, i cibi e lo stile di vita del luogo. Per questo spesso amano siti come Airbnb o couchsurfing, perché permettono di vivere la destinazione “da dentro” piuttosto che da turisti.
8 – Impegno sociale e sostenibilità
Marriott, come abbiamo visto, è ben intenzionata a rimboccarsi le maniche per conquistare la fiducia dei suoi futuri ospiti, e per farlo è pronta ad “adattare i suoi hotel e i suoi sforzi di marketing”, puntando soprattutto sulla sostenibilità. “I Millennial più giovani sono super sensibili alla sostenibilità ambientale”, ha dichiarato Brian King, vice presidente senior del global brand management.
Il 77% dei Millennial crede sia fondamentale sostenere cause sociali o ambientali, anche in viaggio. Per questo si stanno rapidamente diffondendo esperienze come la WWOOF (World-Wide Opportunities in Organic Farms), che permette di lavorare e vivere per un certo periodo in una vera fattoria, per aiutare la comunità locale e allo stesso tempo conoscere un luogo nuovo.
Non tutti gli hotel sono in grado di offrire gli accorgimenti necessari indicati dalla HVS per entrare in sintonia con i Millennial, ma è indubbio che il wi-fi gratuito, la capacità di districarsi nei meandri dei social e di offrire esperienze di viaggio autentiche, siano già un buon punto di partenza alla portata di tutti. Questo è quello che vi aspetta: iniziate a chiedervi che cosa potreste fare di più per i vostri futuri ospiti.
Day Use Hotel
Arrivano i DayUse Hotel: quando l’albergo “a ore” non fa più scandalo
18 giugno 2013
Una volta chi voleva appartarsi con il partner o l’amante, non poteva che scegliere piccoli motel a ore in location lontane dal centro e soprattutto dalla propria abitazione, temendo sguardi indiscreti e, ammettiamolo, di disapprovazione.
Oggi invece, prenotare una camera a ore non è più un tabù, ma un trend completamente sdoganato dal portale internazionale DayUse Hotels. I suoi affiliati sono tutti hotel che non guardano più con biasimo a chi sceglie una camera nelle ore diurne per motivi privati o di lavoro, ma che anzi, così combattono la crisi e aumentano il fatturato.
Il business che ruota intorno al day use sembra avere un potenziale ancora tutto da sfruttare, e che non sia più una vergogna accettare coppiette in cerca di intimità, lo dimostra il fatto che ad accoglierli non siano più squallidi hotel di provincia, ma brand di lusso e boutique hotel nelle maggiori città italiane e all’estero.
Le camere in questo caso sono prenotabili durante il giorno, solitamente tra le 10.00 e le 18.00 a una tariffa scontata anche del 50-60%. Con la camera, si può accedere anche a tutta una serie di servizi esclusivi, come la spa o la piscina. Perché chi richiede un DayUse hotel può essere una coppia di innamorati ma anche amici in cerca di un pomeriggio di relax, oppure il classico uomo d’affari che si ritrova con un pomeriggio libero dagli impegni e senza un posto dove stare prima di prendere il treno o l’aereo per tornare a casa.
Come vedete la tendenza è in forte crescita, basta consultare Google Trends a livello globale:
Google acquista Waze
Vi starete senz’altro chiedendo chi o cosa sia Waze. Waze, l’ultimo acquisto di Mountain View, è l’unica applicazione mobile GPS di navigazione sociale, che fornisce indicazioni e informazioni su viabilità e traffico in tempo reale grazie ai contributi della community.
Pare che già Apple e Facebook avessero tentato l’abbordaggio ma, come spesso accade, tra i due litiganti il terzo gode, e così Big G si è aggiudicata Waze per la modica cifra di 1,3 miliardi di dollari, confermando il suo primato sul terreno delle Mappe e della Geolocalizzazione. Un motivo in più per non perdere di vista quella che rimane una delle maggiori fonti di traffico qualificato al sito ufficiale dell’hotel.
Google rafforza la sua supremazia sulle Mappe
Waze, fondata in Israele nel 2007 da Amir Shinar, Uri Levine (imprenditori) e Ehud Shabtai (ingegnere con laurea in filosofia), ha all’attivo circa 47 milioni di utenti, è diffuso in 190 paesi ed è disponibili per Android, iOS e Balckberry.
Unica nel suo genere, Waze è nata con una sfida, quella di fornire dati di navigazione costantemente arricchiti direttamente dagli utenti. Di fatto ha raggiunto l’obiettivo, perché oggi è l’unica applicazione al mondo geolocal e di navigazione prettamente “sociale”, che non si appoggia alle mappe altrui, ma si fonda su un database di informazioni creato dagli utenti e costantemente aggiornato e arricchito con dati spesso inesistenti sugli altri navigatori.
Per altro è stato il primo navigatore gratuito in circolazione e spesso, proprio grazie alle segnalazioni della gente, il più affidabile e ricco.
L’applicazione non sarà abbandonata ma continuerà ad esistere e Google ha affermato con entusiasmo che grazie a questa funzione, le Mappe e le sue applicazioni mobile potranno aggiungere funzionalità di Waze e viceversa.
Più che un arricchimento dell’offerta agli utenti però, la mossa di Google pare difensiva e “preventiva” nei confronti dei possibili competitor.
Waze è di fatto l’unica applicazione davvero valida e innovativa nel settore e se fosse finita nelle mani di un competitor forte come Apple e Facebook, avrebbe potuto mettere a rischio il primato di Mountain View.
Il fatto che Google abbia soffiato sotto al naso l’affare a Facebook, che solo un mese prima aveva offerto 1 miliardo all’azienda, conferma come Big G si senta in qualche modo minacciato.
Con Waze Google avrebbe non solo una nuova applicazione social di grande valore, ma anche un ottimo strumento per potenziare il local advertising: non dimentichiamo che le pubblicità sulle mappe e sulle applicazioni mobile che potrebbero nascere da questa unione sarebbero senz’altro una grande fonte di revenue per Google.
Come riferisce il New York Newsday, Andrew Frank, analista della Gartner Inc. sosterrebbe che “Google ha bisogno di mantenere la supremazia sulle mappe, dal momento che queste sono un punto chiave del mobile advertising. Hanno bisogno di trovare più strade per sostenere i loro sforzi sociali.”
In arrivo le Nuove Mappe di Google
Se Google + è ormai il tallone d’Achille per Google, che nonostante i notevoli sforzi, ancora stenta a decollare (quantomeno con gli utenti finali), le Mappe restano uno dei suoi fiori all’occhiello.
Che le Mappe – come tutto l’ambito geolocal – restino uno dei punti più strategici e una delle maggiori fonti di revenue per Google lo dimostrano i continui aggiornamenti al sistema.
Già a metà maggio, Big G ha diffuso questo video, che mostra quale sarà il futuro prossimo delle Mappe: più interattive, più personalizzate, integrate con Google Earth e completamente in 3D.
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Le 10 Mosse del SEO per combattere Penguin
Hotel SEO: 10 mosse per combattere Penguin 2.0 senza perdere posizioni sui motori di ricerca
6 giugno 2013
Giusto qualche giorno fa, Matt Cutts ha annunciato il rilascio dell’ultimo “nato” in casa Google, ovvero Penguin 2.0, l’aggiornamento algoritmico che dovrebbe punire link a pagamento, scambio di link e quant’altro possa essere annusato da Google come black-hat webspam.
L’antidoto per l’hotel? Semplicemente guadagnarsi tanti sani link naturali.
Panda e Penguin: ricapitoliamo
Nel marzo 2011 annunciavamo il rilascio di Google Panda, il primo vero algoritmo anti-spam che fece tremare i SEO di tutto il mondo. Panda colpì il 12% dei risultati di ricerca, soprattutto le cosiddette Content Farm e i contenuti di bassa qualità pensati solo per l’ottimizzazione SEO.
Poi fu la volta di Penguin, nell’aprile del 2012, con cui si andarono a stringere le maglie dell’anti-spam sulle bad practices di link building, in particolare scambio di link ed eccesso di ottimizzazione.
Per quanto ci riguarda, i siti ufficiali degli hotel nostri clienti non hanno mai subito penalizzazioni, però c’è da dire che abbiamo sempre optato per soluzioni SEO diverse da quelle penalizzate.
Il mondo travel, così complesso e competitivo, è di fatto tutt’altro che estraneo a Penguin: in un articolo del Tagliablog, si riporta una lista dei “top loser”, quindi i siti che sono stati maggiormente colpiti dal Penguin 2.0, tra cui compaiono anche due famosi siti di travel online, ovvero i portali cheapoair.com e concerthotels.com.
È chiaro che Google sta spingendo verso una valorizzazione dei contenuti di alta qualità da una parte, e degli “earned links”, cioè i link guadagnanti in modo naturale, dall’altra. Su questo quindi vale la pena puntare e fondare le vostre future strategie di posizionamento sui motori di ricerca.
10 Strategie per ottenere Link Naturali
Ma come si fa a ottenere link naturali, quindi far parlare di voi clienti, utenti e media? Noi vi suggeriamo dieci strategie da portare avanti, magari con l’aiuto del vostro Partner Web, per distinguervi e far fioccare i link al vostro sito in modo assolutamente legale e naturale:
Curate la reputazione: se brillate di ottima reputazione, saprete anche quant’è facile che si parli di voi su forum, blog di settore, blog personali, siti di viaggio e così via. Senza contare i tanti link che verranno condivisi sui social che, se non contribuiranno al vostro posizionamento, di sicuro vi porteranno nuove visite qualificate. Chissà ch